giovedì 27 marzo 2008

Stefano - Maratona di Roma - La Gara 3

Adesso inizia la vera gara.


In realtà prima di arrivare al 30° km, il vento che soffiava bello forte ci ha beccati allo scoperto, senza più la protezione dei palazzi e prima sull'Olimpica al traverso e poi dalla moschea fino al sottopasso di via di Ripetta ce lo siamo presi di bolina stretta. Nel momento peggiore della gara.


Ma, insomma, dopo quello che ho patito a Boston l'anno scorso (vento forte, pioggia a dirotto e freddo cane) mi sono preoccupato fino ad un certo punto. Le gambe invece hanno cominciato ad essere un po stanchine. Questi sampietrini non aiutano, ti induriscono le gambe quando proprio non ce nè bisogno. Ho cercato di ripassare mentalmente tutte le letture Zen sulla concentrazione e la sopportazione del dolore ma con scarsissima efficacia pratica. Ho paura che ci vogliano anni di pratica per diventare come i fachiri: :-). Sul lungotevere verso Belle Arti ho iniziato ad avere qualche rallentamento e confesso che ogni tanto ho camminato per una decina di secondi. Questo è il momento che si comincia a non notare più niente intorno. Ti chiedi solo quando finirà, ma sai che ancora tocca soffrire. Controllo l'orologio e mi tranquilizzo. Mi sembra di essere in media con tutte le simulazioni di medie a km fatte a casa su excel. Mentre finisce via Zanardelli ed entro a Piazza Navona, al 34° Km , proprio sulla curva, prima sento e poi vedo Francesco e Paolo che urlano come pazzi. Meno male, mi sentivo proprio solo contro i dolori e senza un avversario da battere. Quando sai di avere centinaia se non mi migliaia di persone davanti la competizione è solo con te stesso contro il tempo e a questo punto della maratona non è divertente pensare solo a come arrivare nel tempo che ti sei prefissato. Ma ecco che dopo 20 secondi dall'incontro vedo Paolo vicino a me che corre con una maglietta arancione. Urla e mi tira su il morale. Proprio prima del traguardo del 35° km, quando il "Muro" è lì davanti e la testa ti parte completamente su mille preoccupazioni su come mantenere quel ritmo di corsa fino alla fine, Paolo mi dà una bella energia per oltre un km filo bene. Mi lascia a pochi metri dal riscontro cronometrico dei 35 km, che passo di slancio.

Dopo però mi fermo e cammino esausto fino al rifornimento dove faccio il pieno di acqua, mezza banana e 2 biscotti. Mi è venuta una fameeeeeee. Corro e mangio. Da Piazza Argentina A via del Corso dove mi rispunta Francesco in bicicletta che era riuscito ad entrare nel percorso. Che sollievo. Mi spinge e mi incoraggia ma io sono già bello cotto e ricomincia a camminare. poi correre di nuovo. Mi spinge ma si capisce che non c'è niente in me del super professionista che gli altri immaginano. Arranco con grande fatica. Poi ritorna un po di energia e dopo Piazza del Popolo riprendo con un certo ritmo tanto che riincrocio Francesco a Piazza di Spagna con un po più di sollievo. Il ritmo è calato, mancano solo 4 Km. I più duri in assoluto. Comincio a maledire i libri letti. Corsa Zen sta cippaaaaaaaaaaa. Procedo in mezzo a due ali di folla incredibili che ci incita in tutti i modi.
Incredibile come una corsa a piedi possa coinvolgere un pubblico di non appassionati. Forse perchè i posti in cui siamo sono belli comunque e l'organizzazione, le transenne, la pubblicità, i mega gonfiabili, i traguardi intermedi e questi matti stremati dalla fatica che corrono sono uno spettacolo.
Superata la salita di Via Petroselli, Circo Massimo, Arco di Costantino e finalmente il Colosseo. L'ultima salita per girarci intorno non è una bella cosa ma a quattrocento metri dal traguardo le energie le tiri fuori. Per Forza. Mica ti puoi mettere a camminare davanti alle telecamere e alle macchine fotografiche. Tappeto Blu. Ultimi 100 Metri. Traguardo. 3 ore 10 minuti e 47 secondi.
Good Job.

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