lunedì 31 marzo 2008

Giancarlo - Vola Ciampino

Le possibilità – come i giorni – sono trecentosessantacinque più una, quella del 29 febbraio.
E dove cade la scelta della Vola Ciampino? Ma sul 30 marzo, naturalmente, il giorno indicato da quei quattro pasticcioni dell’Unione Europea per il varo dell’ora legale, evento che la città della maratona più pazza del mondo ha deciso di snobbare con regale indifferenza...
Ma siccome quando il gioco si fa duro, i duri (sic…) giocano, allora si parte: sveglia da marines, appuntamenti da amanti, percorsi che nemmeno il Tom-Tom, per arrivare con un’ora e mezzo di anticipo (UN’ORA E MEZZO DI ANTICIPO!!!), sulla linea di partenza.
La partenza ( a deciderlo è sempre quel burlone dell’ora legale?) è in curva. E dietro la curva s’affaccia una strada a imbuto con due file di auto parcheggiate: così i duemila pronti allo scatto dopo trenta metri si ritrovano scompostamente abbracciati mentre annoiate signore in vestaglia li guardano con sufficienza dalle finestre del condominio a sette piani che incombe. Duecento metri più avanti c’è il passaggio per i tempi: però manca il tappeto che li rileva, i tempi. E allora il vezzoso laccetto legato alla caviglia donato insieme all’accappatoio? (ACCAPPATOIO…?), a che serve? Niente. Serve a niente, naturalmente. Lo intuisci già dall’inizio, ma te ne rendi conto solo alla fine, quando ti consegnano il pacco-pranzo della “Vola Ciampino” (pure sul nome si avverte l’estrosa fantasia del tizio dell’ora legale…), senza chiederti indietro il laccetto con il chip. “E il laccetto, non lo volete?”, chiedo stupido e stupito. “Laccetto…? Quale laccetto?” è la risposta che ti lascia ancora più stupido e stupito. Ma la gara è la gara: per quattro chilometri fatichi tra auto che cercano un varco, automobilisti che cercano un pretesto, giovani e vecchi che cercano di attraversare la strada e poi riattraversarla e poi riattraversarla di nuovo schivando i maratoneti ansimanti. Al quinto chilometro ecco il rifornimento: è un’idea come un’altra. Sembra il banchetto della limonata con quella decina di bicchieri tristi sistemati sul tavolino da spiaggia.
A cinquecento metri dall’arrivo l’altoparlante gracchia come a una finale del Maracanà e per un momento pensi di essere un vero atleta a una vera maratona. Taglio la linea del traguardo a fianco di un maratoneta in età avanzata: alza le braccia al cielo ripagando me e gli altri presenti – se non altro – almeno del prezzo dell’iscrizione. Poi viene infilato – lui e tutti noi – in un corridoio da questura, tra due file di transenne dove t’aspetti che spunti il celerino pronto a centrarti col manganello. Sbuccio l’arancia e ciondolo verso il parcheggio. Stefano (41’) e Giovanni (48’), sono già lì. Tra i loro tempi e quelli di Francesco (52’) e Sergio (poco sopra l’ora), ci sono i miei 51’.
La giornata è magnifica. Però - aeroporto per aeroporto - il prossimo anno a Fiumicino…?

Ciao, Giancarlo


Ps – Baba O’Riley lo comprai qualche decennio fa. Poi forse l’ho perso, o l’ho prestato… E l’ho ricomprato qualche anno fa, in un negozio di dischi a New York…

domenica 30 marzo 2008

Stefano - Police on my back

Una delle motivazioni più importati per le quali corro è quella legata all'ascolto della musica.
L'ipod, una grande invenzione è, per i malati di elettronica e musica, una condanna.
Ad una certa età, con famiglia, figli più o meno piccoli, lavoro e impegni vari il tempo per ascoltare la musica è quasi inesistente e poi dai sempre fastidio a qualcun'altro. Chi studia, chi dorme, etc. Non ti puoi neanche isolare da tutto il resto e metterti le cuffiette. Quindi per ascoltare la musica devi correre. Due piaceri insieme. Negli anni, digitalizzando la musica che ho sui vecchi LP e CD nonchè scaricando "legalmente" ;-) dalla rete ho collezionato una quantità enorme di brani e discografie complete degli artisti che mi piacciono.
Quindi caricare il mio minuscolo ipod shuffle genera sempre grandi problemi di scelta.
Tre o quattro comunque di questi brani sono sempre presenti, caricati in modo tale che quando schiaccio il pulsante principale dell'ipod in un certo modo arrivano in cuffia.
Quello che considero il vero must, il turbo che serve nei finali dei lunghi allenamenti o delle ripetute spacca cuore è sicuramente Police On My Back suonata dai Clash.
Per il ritmo, la violenza delle chitarre e della batteria nonchè per il testo, mi mette le ali ai piedi.
E' un pò vecchiotta e il video non è un granchè ma ne metto anche altre due versioni una Rap ed una divertente.
Versione Originale : http://it.youtube.com/watch?v=LYnNACRxIMM

Versione Rap : http://it.youtube.com/watch?v=kpIFKKa1u-U&feature=related

Versione Romana : http://it.youtube.com/watch?v=cm0S4k0IRGI

Artista : The Clash
Titolo : Police On My Back
Well I'm running, police on my back
I've been hiding, police on my back
There was a shooting, police on my back
And the victim well he wont come back
I been running Monday Tuesday Wednesday
Thursday Friday Saturday Sunday
Runnin Monday Tuesday Wednesday Thursday
FridaySaturday Sunday
What have I done?
What have I done?
Yes, I'm running down the railway track
Could you help me? Police on my back
They will catch me if I dare drop back
Wont you give me all the speed I lack
I been running Monday Tuesday Wednesday
Thursday Friday Saturday Sunday
Runnin Monday Tuesday Wednesday Thursday
FridaySaturday Sunday
What have I done?
What have I done?
I’m running‘M RunningRunningI
'm running down the railway track
Could you help me? Police on my back
They will catch me if I dare drop back
Wont you help me find the speed I lack
I been running Monday Tuesday Wednesday
Thursday Friday Saturday Sunday
Runnin Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday
Saturday Sunday
What have I done?
What have I done?
Cos I’m running (police on my back)
Hiding (police on my back)
Running (police on my back)
Hiding (police on my back)
I'm running down the railway track
Could you help me? Police on my back
They will catch me if I dare drop back
they will kill me for the speed I lack
I’ve been running
I’ve been running

giovedì 27 marzo 2008

Stefano - Maratona di Roma - Statistiche



Stefano - Maratona di Roma - La Gara 3

Adesso inizia la vera gara.


In realtà prima di arrivare al 30° km, il vento che soffiava bello forte ci ha beccati allo scoperto, senza più la protezione dei palazzi e prima sull'Olimpica al traverso e poi dalla moschea fino al sottopasso di via di Ripetta ce lo siamo presi di bolina stretta. Nel momento peggiore della gara.


Ma, insomma, dopo quello che ho patito a Boston l'anno scorso (vento forte, pioggia a dirotto e freddo cane) mi sono preoccupato fino ad un certo punto. Le gambe invece hanno cominciato ad essere un po stanchine. Questi sampietrini non aiutano, ti induriscono le gambe quando proprio non ce nè bisogno. Ho cercato di ripassare mentalmente tutte le letture Zen sulla concentrazione e la sopportazione del dolore ma con scarsissima efficacia pratica. Ho paura che ci vogliano anni di pratica per diventare come i fachiri: :-). Sul lungotevere verso Belle Arti ho iniziato ad avere qualche rallentamento e confesso che ogni tanto ho camminato per una decina di secondi. Questo è il momento che si comincia a non notare più niente intorno. Ti chiedi solo quando finirà, ma sai che ancora tocca soffrire. Controllo l'orologio e mi tranquilizzo. Mi sembra di essere in media con tutte le simulazioni di medie a km fatte a casa su excel. Mentre finisce via Zanardelli ed entro a Piazza Navona, al 34° Km , proprio sulla curva, prima sento e poi vedo Francesco e Paolo che urlano come pazzi. Meno male, mi sentivo proprio solo contro i dolori e senza un avversario da battere. Quando sai di avere centinaia se non mi migliaia di persone davanti la competizione è solo con te stesso contro il tempo e a questo punto della maratona non è divertente pensare solo a come arrivare nel tempo che ti sei prefissato. Ma ecco che dopo 20 secondi dall'incontro vedo Paolo vicino a me che corre con una maglietta arancione. Urla e mi tira su il morale. Proprio prima del traguardo del 35° km, quando il "Muro" è lì davanti e la testa ti parte completamente su mille preoccupazioni su come mantenere quel ritmo di corsa fino alla fine, Paolo mi dà una bella energia per oltre un km filo bene. Mi lascia a pochi metri dal riscontro cronometrico dei 35 km, che passo di slancio.

Dopo però mi fermo e cammino esausto fino al rifornimento dove faccio il pieno di acqua, mezza banana e 2 biscotti. Mi è venuta una fameeeeeee. Corro e mangio. Da Piazza Argentina A via del Corso dove mi rispunta Francesco in bicicletta che era riuscito ad entrare nel percorso. Che sollievo. Mi spinge e mi incoraggia ma io sono già bello cotto e ricomincia a camminare. poi correre di nuovo. Mi spinge ma si capisce che non c'è niente in me del super professionista che gli altri immaginano. Arranco con grande fatica. Poi ritorna un po di energia e dopo Piazza del Popolo riprendo con un certo ritmo tanto che riincrocio Francesco a Piazza di Spagna con un po più di sollievo. Il ritmo è calato, mancano solo 4 Km. I più duri in assoluto. Comincio a maledire i libri letti. Corsa Zen sta cippaaaaaaaaaaa. Procedo in mezzo a due ali di folla incredibili che ci incita in tutti i modi.
Incredibile come una corsa a piedi possa coinvolgere un pubblico di non appassionati. Forse perchè i posti in cui siamo sono belli comunque e l'organizzazione, le transenne, la pubblicità, i mega gonfiabili, i traguardi intermedi e questi matti stremati dalla fatica che corrono sono uno spettacolo.
Superata la salita di Via Petroselli, Circo Massimo, Arco di Costantino e finalmente il Colosseo. L'ultima salita per girarci intorno non è una bella cosa ma a quattrocento metri dal traguardo le energie le tiri fuori. Per Forza. Mica ti puoi mettere a camminare davanti alle telecamere e alle macchine fotografiche. Tappeto Blu. Ultimi 100 Metri. Traguardo. 3 ore 10 minuti e 47 secondi.
Good Job.

lunedì 24 marzo 2008

Stefano - Maratona di Roma - La Gara 2

Siamo ormai sul Lungotevere. Qui ho corso decine di volte, conosco la strada perfettamente. Proprio davanti alla Sinagoga, al 13° Km, mi viene in mette che su questo pezzo di asfalto è iniziato tutto. Mi sembra nell'ottobre del 2005, una mattina mi telefona Francesco - (The Coach) e mi chiede se mi va di andare a fare una corsetta con lui ed Eros - (il Saggio) il sabato mattina successivo. Francesco ed Eros spesso correvano la mattina a Villa Pamphili. Accetto al volo, anzi, cominciamo subito a pensare al percorso e a quanti km fare. L'anno prima, senza allenamento, avevo partecipato per curiosità alla "Run for the Cure". Una gara di 5 km che si corre tutti gli anni con partenza da Caracalla e gira intorno al Colosseo e Circo Massimo. Insomma ripensando alla soddisfazione che provai nel correre, nell'incontrare persone che non vedevo da tempo pensai che forse questa esperienza si poteva ripetere presto e in modo più divertente e organizzato. Allora con Francesco decidiamo di correre sui Lungotevere e misurare, con la Vespa, il percorso dal ponte davanti a S. Pietro fino al ponte di Porta Portese e ritorno, 12 o 13 km. Nel frattempo passo al 15° km in 1:05:15. Arrivo a Piazza Cavour e già entrando mi metto a correre sul lato sinistro della strada. L'appuntamento, programmato nei minimi dettagli sulle posizioni e tempi di passaggio, è con Giovanni, il fotografo che è lì per riprendere un po di amici che partecipano alla maratona. Giovanni non c'è. Arrivo su via Crescenzio e invece vedo, all'angolo con Via Ovidio, Patrizia e Valerio che iniziano a strillare come matti, mi fermo un secondo li saluto e riparto contento. Loro abitano lì e tutti gli anni mi aspettano passare e mi fa veramente tanto piacere.
Passo al traguardo della mezzamaratona, sul Lungotevere della Vittoria in 1:31:52. Tutto ok. Vado veloce. Sono sotto di 4 minuti rispetto allo scorso anno. Ma sò che da qui a poco comincerà la vera gara. Nei pressi di Ponte Milvio incontro Mauro, il proprietario di un negozio di sport sulla Cassia, e cominciamo a fare due chiacchere di incoraggiamento: sei bravo ; no, sei più bravo tu e via di questo passo prendendoci un po in giro. Mentre parliamo vedo che sul marciapiede ad aspettare Mauro e il suo gruppo del circolo Due Ponti c'è Andrea. Andrea è un bravo avvocato che lavora in un importante studio di Roma e che mi ha assistito anni fà in complicate vicende. Ci salutiamo e lui mi comincia a parlare, tanto lui era fresco fresco. Rispondo a monosillabi per la fatica e corriamo un po insieme. Mi sono distratto un'altro pò e per fortuna mi ritrovo già al 30° Km in 2.11.46. (comincio a rallentare di 2 sec a km.)
3 - continua

venerdì 21 marzo 2008

Stefano - Maratona di Roma - La Gara

Partiti. Finalmente si comincia.
La prima preoccupazione è non cadere.
Non essere spinti dalla marea umana.
Comincio a correre abbastanza forte per liberarmi della massa e dopo il primo km già sto più tranquillo.
Ora devo solo cercare di correre sciolto. I luminari , Trabucchi e Speciani quelli del libro “Mente e Maratona” spiegano che più si è nervosi e più facilmente si bruciano nei muscoli solo zuccheri in circolazione nel sangue (glicogeno)senza attingere agli zuccheri presenti nelle riserve grasse del corpo umano. Questo significa arrivare prima al “muro”. Per esempio arrivarci al 32° km invece che al 35° km. La gestione iniziale quindi è molto importante, soprattutto a livello mentale. Insomma l’allenamento della maratona e tutto nello spostare più avanti possibile il Muro e insegnare all’organismo ad estrarre gli zuccheri , combustibile dei muscoli, non solo dal glicogeno, presente nel sangue in quantità limitata, ma dalle ns. abbondanti riserve grasse che ne contengono una quantità pressochè illimitata per il ns. fabbisogno.
Si chiama Muro perchè fisiologicamente il processo di estrazione degli zuccheri dai grassi è più lento. Quindi il ns. cervello manda dei segnali: senso di fatica, accumulo di acido lattico nei muscoli, che rallentano notevolmente l'azione della corsa.
Hanno dimostrato, invece, che un atteggiamento mentale rilassato associato ad un movimento sciolto e non contratto consente di iniziare a produrre zuccheri dai grassi da subito e creare un combustibile proveniente al 75% dal glicogeno e dal 25% dagli zuccheri sintetizzati dai grassi.
Questo significa che teoricamente il Muro non dovrebbe incontrarsi mai o almeno quando finisce il glicogeno l'organismo è pronto ad estrarre più facilmente, con più continuità zuccheri dai grassi. Questo è quello che ho capito io. Scritto forse male ed in modo impreciso. Se qualcuno leggerà questo Post e vuole apportare le sue esperienze è molto bene accetto.
Dopo il 2 km. Mi supera il gruppo che segue i pacemaker da 3:00 ore. Li lascio passare perché stanno tutti stretti e mi metto a un centinaio di metri dietro a loro senza mollarli.
La prima parte del percorso attraversa il quartiere Ostiense che io conosco poco ma le cose procedono bene si viaggia sui 4:20 a km di media fino al 6° km.
Prima di Ponte Marconi affianco per un po’ Richard Whitehead. Il ragazzo con le protesi in carbonio. E’ affiancato da due romani con la maglietta dell’organizzazione che corrono insieme a lui per proteggerlo.
E’ pazzesco. Le protesi gli partono da sopra il ginocchio (che non ha) e procede con uno strano passo praticamente allargando una per volta le gambe verso l’esterno.
Sta andando poco sopra i 4:30 a km. Incredibile se si pensa che almeno il più famoso Pistorius ha le protesi che partono da sotto il ginocchio, per cui, pur nella difficoltà di stare in piedi, il movimento delle gambe è più naturale.
Lo sorpasso salutandolo e applaudendolo mentre tutta la folla intorno gli fa un tifo incredibile.
La mancanza del riscaldamento iniziale mi fa sentire solo adesso sciolto e tranquillo comunque il passaggio prima al 5° km (21’49”) e al 10° (43’22”) sono assolutamente in linea con quello che mi ero programmato.
Riesco anche a bere un po’ ad entrambi i ristori.
2 - continua

Stefano - Baba O'Riley


Ci sono cose nella vita che ti restano marchiate per sempre.
Questa canzone sta nel 2° lp che ho acquistato in vita mia (1973).
per non essere monotoni e parlare solo di corse, voglio lasciare in questo post due versioni live, una dell'epoca cantata e suonata da tutta la Band "The Who" la seconda in una versione dell'anno scorso cantata da Pete Townshend (leader of The Who)accompagnato da un orchestra.
The Who, sono tra i massimi esponenti dell'antitesi del rock. Sound aggressivo,violenti nella vita come sul palcoscenico,hanno sempre dato poca importanza alla mondanità che contraddistingueva la maggior parte dei gruppi negli anni '70. "My generation" è stata sicuralmente l'alternativa ad "(I can't get no)satisfaction" dei Rolling Stones, nonostante i buoni rapporti tra i due gruppi. "Tommy" e "Quadrophenia" sono il risultato dell'innovazione che questa band aveva portato :le prime "rock opera". Per chi volesse ascoltare uno dei più bei "attachi" del rock, consiglio di ascoltare "Baba O'Riley" contenuta nel bel "Who's next", periodo in cui iniziavano ad usare (e bene ) i "sint".
questa è la prima versione originale: http://it.youtube.com/watch?v=hKUBTX9kKEo

questa è la seconda, che rivista adesso mi commuove e emoziona più di prima:http://it.youtube.com/watch?v=v0J85ydsb_w
fantastica!!!!!!!!!!

Ma ce nè anche una terza............del mitico House:http://it.youtube.com/watch?v=4yX57LvxDko&feature=related

questo è il testo:
Artista: The Who
Album: Who's Next

Titolo: Baba O'Riley

here in the fields
I fight for my meals
I get my back into my living
I don't need to fight
To prove I'm right
I don't need to be forgiven
Don't cry
Don't raise your eye
It's only teenage wasteland
Sally ,take my hand
Travel south crossland
Put out the fire
Don't look past my shoulder
The exodus is here
The happy ones are near
Let's get together
Before we get much older
Teenage wasteland
It's only teenage wasteland
Teenage wasteland
Oh, oh Teenage wasteland
They're all wasted!

giovedì 20 marzo 2008

Eccolo!!! Ciao, Giancarlo

20 marzo 2008



La maratona (quella vera, di 42 chilometri...) non avevo neppure immaginato di farla. Anche perchè avevo un'ottima scusa: sabato turno di notte e fine lavoro attorno alle 02:00. Quindi, anche volendo, proprio non si può... Però domenica mattina attorno alle 10:00 ho infilato maglietta e scarpette: direzione Villa Pamphili. "Una corsetta...", avevo annunciato uscendo da casa. Arrivo sul Lungo Tevere e trovo dieci, venti, trenta mila persone. Forse quaranta mila (alla fine saranno settanta mila), che scorrono rapide e sorridenti. Che faccio? Le seguo, naturalmente. Mi infilo lungo la scia e corro. In un baleno mi ritrovo a Piazza Cavour, poi Piazza Mazzini, Lungo Tevere della Vittoria, lo stadio Olimpico( e sono già dieci chilometri), poi Ponte Milvio e ancora avanti per rientrare sull'altra sponda del fiume. Sono passate quasi due ore e non mi fermerei più... Nell'ordine, agguanto una spugnetta, un bicchiere d'acqua e uno spicchio di arancia (non ho neppure fatto colazione...) Però a casa mi aspettano ("faccio una corsetta...non più di un'ora", avevo assicurato) e mi tocca rientrare. Metro più, metro meno ho fatto una ventina di chilometri (diciotto, se non ho sbagliato i calcoli. Che non sono certo i 42 della maratona, però presa così, di striscio, in modo quasi casuale sono soddisfacenti. Scoprirò il giorno dopo che anche Paolo ha fatto qualcosa del genere: s'è infilato nel gruppone dei runners e li ha seguiti per quindici chilometri. "Il prossimo anno si prova", ci siamo detti. Magari per quel giorno saremo stati anche messi a parte del GRANDE SEGRETO: Stefano, l'uomo di Boston (complimenti per il magnifico tempo !!!), Stefano la pipì dove diavolo l’avrà fatta...???

Saluti, alla prossima.

Giancarlo

mercoledì 19 marzo 2008

Stefano - Maratona di Roma - La Partenza

La sera prima, sabato, con Elena siamo andati ad una cena da amici e non ho potuto mangiare quasi niente se non due piatti di pasta, e, soprattutto, ho dovuto bere solo acqua, una bella sofferenza considerando che questi amici sono esperti di vini ed avevano un sacco di cose buone da assaggiare.
La notte tra sabato è domenica è passata abbastanza tranquilla e almeno cinque ore le ho dormite, anche perché Elena, alle tre, quando si è svegliato Nicolò, conoscendo il mio stato di tensione usuale ed in particolare quello che mi prende prima di una maratona, lo ha preso ed è andata a dormire in camera con Alessandro.
Io dormo poco già normalmente, ma quando dormo pochissimo il giorno dopo sono a pezzi. Se questo pensiero di non riuscire a dormire bene mi viene durante la notte vado in loop e finisce che non dormo veramente più con le logiche conseguenze del giorno dopo.
Insomma quando ha suonato la sveglia posso dire che l’avevo scampata.
Sveglia alle 6.15 con solita colazione pregara ormai sperimentata: Tazzona di caffè americano bollente (molto stimolante per la successiva “purificazione”) e due fette di pane tostato con marmellata. Lunga seduta con giornali vari per cercare di distrarmi.
La sera precedente avevo già preparato tutto, la maglietta con il pettorale e tutto il resto, compresi i cerotti per proteggere le tette, la vasellina per impedire attriti pericolosi all’inguine, la borsa da depositare con il cambio per dopo la gara.
Alle 7.45 sono arrivato a Via Nazionale, dove ho lasciato la macchina e da Via del Grillo sono sceso verso i Fori Imperiali e la partenza.
Camminavo in mezzo a un fiume di gente che parlava in gruppetti ed altri solitari come me, ma tutti con le facce serie, poca voglia di scherzare.
Dopo un lungo giro intorno al Colosseo si arriva alla zona dove sono posteggiati tutti i camion che fungono da deposito per le borse.
Nel frattempo mi arriva un messaggino dal mio amico Eros, che da uomo saggio, conoscendo la mia dichiarazione di voler finire sotto le 3 ore e 10, mi scrive di stare tranquillo, godermela e pensare che gia 3 ore e 15 rappresentano un ottima prestazione.
Gli rispondo subito, mi fa proprio piacere ricevere il suo incoraggiamento e, anche se rimango della mia idea (<3.10.00) lo ringrazio.
Altra seduta, si fa per dire, nei fantastici servizi igienici messi a disposizione dall’organizzazione. Questa della purificazione per me è una fissazione. Ho sempre paura di avere mal di pancia durante la gara e poi un po per il freddo della mattina, un po per la tensione, sembro un incontinente cronico tanto che l’ultima pipì la faccio………….vabbè non lo scrivo ;-).

Insomma aprono i gabbioni (del (Colosseo) e mi avvio verso la linea di partenza. Mi riesco a scaldare pochissimo e poi so che non serve a niente, tanto in poco tempo si riempe lo spazio e non ci si riesce più a muovere fino allo start. Se devi stare mezzora fermo che ti riscaldi a fare.
La cosa positiva è che stavo vicino al recinto dei più forti per cui 30 secondi prima quando hanno tolto i cordoni che separavano i settori mi sono ritrovato a non più di 10 metri dalla effettiva linea di partenza.
L’attesa è la parte in fondo più divertente.- ormai sei lì, non puoi più scappare e cominci a guardare gli altri.
Molti li vedi grossi, giovani e forti e mi prende un po’ d’invidia, altri li vedi brutti e sgraziati come 3 calabresi che mi stavano vicino e parlavano da spisciarsi dalle risate. Qui l’invidia non c’era proprio, almeno fino a quando uno dei tre ha cominciato a discutere con gli altri delle sue aspettative sulla corsa. A un certo punto quando ha detto che il suo personale era di 3 e 02 mi è preso un colpo. Qui so uccelli senza zucchero. O belli o brutti, ho pensato, mi staranno tutti davanti.
Quando si è visto l’elicottero con le telecamere, 2 superfighi che mi stavano vicini, per farsi riconoscere da parenti e amici hanno srotolato un lungo striscione dove era scritto niente popò di meno che “ VIVA LA FIGA @”.
Apoteosi di risate e saluti alla telecamera, con tutti sti maiali che volevano toccare lo striscione per dimostrare la condivisione della causa.
Pochi minuti ed arriva lo sparo dello start.
Passo sotto lo striscione dopo 15 o 20 secondi, tutto contento che almeno il tempo reale della mia corsa non sarà così lontano dal tempo ufficiale. Non so perché ma scoccia sempre tanto passare il traguardo con il cronometro che segna naturalmente il tempo ufficiale diverso da quello effettivo.
1 - continua

domenica 16 marzo 2008

16.03.2008 Maratona di Roma

lunedì 3 marzo 2008

Francesco - The coach and The cook

e questo commento l'ha lasciato Francesco

e' stata una domenica di grande sport ... e una cena molto piacevole .... alla prossima .. the cook !!!

Giancarlo Scrive

in attesa di scambiarci per mail tutte le informazioni per lavorare direttamente su queso blog pubblico quello che ci ha scritto Giancarlo (l'uomo della televisione).

Alla Roma-Ostia, verso il quindicesimo chilometro, vedi il mare. Oppure vedi la Madonna…dipende da come stai. Bella, bellissima edizione – questa 34/ma – con il sole e il cielo azzurro. Noi della Sport Project i “ventuno” li abbiamo “bruciati” in un tempo compreso tra 1 ora e 26’ (Stefano) e 1 ora e 54’ ( Francesco e il sottoscritto). In mezzo c’è Paolo con il suo ottimo 1, 50’ . Come ci si prepara ad una mezza maratona? Con qualche risata e un paio di “simulate”, credo. Con Paolo ne abbiamo fatta una – di simulata - una decina di giorni prima: 22 chilometri, metro più, metro meno…: partenza dal lungotevere (Ponte Sisto), direzione Ponte Milvio, pista ciclabile verso Saxa Rubra, avanti per sei-sette chilometri e ritorno a Ponte Sisto. Due ore in tutto. E qualcosa del genere l’avevamo provato anche con Stefano (l’uomo di Boston…) e Francesco (il coach): con loro un percorso più “cittadino”: la partenza sempre dal lungotevere, ma si punta verso la direzione opposta: Porta Portese, uscita su Piazza dell’Emporio, il Circo Massimo e il Colosseo per infilarti – se riesci, nell’ordine, a evitare l’autobus, il tassista nervoso e il cavallo della “botticella” – su via dei Fori Imperiali. Poi via Quattro Novembre, Fontana di Trevi, via del Corso, Corso Vittorio, Piazza Monte Citorio, di nuovo via del Corso , Piazza del Popolo e poi da lì ancora giù lungo le sponde del Tevere per risalire all’altezza di via Giulia, entrare a Campo dè Fiori e salutare Stefano (sempre l’uomo di Boston) che ha lasciato l’auto verso Ponte Milvio…La prima vera corsa insieme – se non consideriamo una maratonina a villa Pamphili e un’altra (sempre una cinque chilometri) a Caracalla – la prima vera corsa con Francesco, Stefano e Paolo), è stata quella di “Miguel”, il 20 febbraio: dieci chilometri, una classica romana dedicata al desaparecido argentino che amava lo sport e la libertà. Tempi diversi, i nostri. Però partire insieme, l’ appuntamento in qualche punto di Roma, la foto di gruppo (con gli altri runners: Eros, Giovanni, Sergio e Ciro), poi i primi chilometri fianco a fianco…è tutto molto divertente.Adesso, dopo la Roma-Ostia , i neofiti (la categoria più pericolosa nella quale mi inserisco anche io…) già stanno pensando agli altri “impegni” della stagione. Grazie a tutti per avermi coinvolto in questa piccola-grande avventura! Cosa volete…c’è chi si dedica al gatto e chi all’uncinetto. Qualcuno colleziona francobolli o monete antiche. Va tutto bene, per carità. Noi proviamo a prenderla di corsa, questa vita…Ciao. Giancarlops - queste righe arriveranno mai da qualche parte...???

domenica 2 marzo 2008

15 giorni alla maratona di Roma

Dopo una settimana di defaticamento dalla Roma - Ostia oggi ho fatto l'ultimo lungo prima della maratona di roma del 16 marzo.
31.3 Km corsi abbastanza tranquilli a 4.43/Km con le nuove scarpe Saucony Triumph 5.
Tutto bene, solito giro da casa a Piazza Argentina e ritorno. Finalmente le gambe non mi fanno più male ma sale la tensione per la maratona. Dalla proiezione della Roma - Ostia (1.26.40) il tempo previsto per la maratona è addirittura di 3.02.00 ma io sarei contentissimo di stare intorno alle 3.10.00.
Devo ancora fare tutti i calcoli di media a km da tenere, ma tanto, come al solito, tutto si risolverà negli ultimi 10 12 km.
Questa che viene sarà la settimana cruciale per fare almeno un paio di ripetute lunghe tirate al max (3 x 5Km e 3 x3Km) per cercare di abituarsi a reggere la sofferenza che mi aspetta nel finale.
Certo il vero obiettivo finale è 2.59.59. Ma chissà quando arriverà.
Oggi mentre correvo pensavo alla maratona di Firenze, la prossima in programma.
Il 30 novembre, giorno di Firenze, è inverno pieno, farà freddo, vento, pioggia.... chissà.
Insomma bella città, bella maratona ma con poche probabilità di incontrare le condizioni ideali per migliorarsi.
Boh................. ci penserò.