giovedì 29 maggio 2008

Frank the coach, addio al campionato...

Qualcuno giura di averlo sentito nel fracasso della palestra quel rumore sordo: "crock..." Poi la faccia smarrita del coach e quel medio della mano destra che sembrava un giochetto scassato di Natale... "Vabbè... almeno potrò correre" dirà più tardi il coach nel silenzio di un pronto soccorso frequentato, nell'ordine, da un ragazzo che - evidentemente - aveva fatto arrabbiare qualcuno molto grosso; da una bionda d'altri tempi con una mini d'altri tempi e dal solito nutrito gruppo di filippini allegri.
L' ortopedico - barbetta che non vuole crescere ed espressione tipo "io ve l'avevo detto..." - dopo aver sistemato stecche e bastoncini ci congeda con un sorrisetto da rimprovero genitoriale: "Statevene a casa la sera, invece di giocare a palletta..."
Il "crock" di cui sopra aveva interrotto bruscamente una prova maiuscola dei soliti pallavolisti sentenziando la fine del campionato e gettando nel panico l'intera squadra. Commovente era il trasporto in quella gara di solidarietà umana che si concretizzava nella frase di qualcuno: "Ma lunedì se gioca...? Magari se pò spostà a mercoledì...", mentre il coach - ossessivamente -continuava a chiedere "ghiaccio, ghiaccio..." come un disco incantato.
Niente mala-sanità, questa volta: l'accrocco sistemato per bloccare il medio della mano destra del coach si rivelava - sì - un tantino vistoso, ma nello stesso una meraviglia della tecnica per tentare di rimettere a posto il giochetto di Natale scassato. Tempi stimati sono quelli da certificato comunale: un mese se va bene. Quaranta giorni è meglio. Europei addio. Addio alle Olimpiadi e al campionato. Un pò come Totti... I campioni si vedono quando sono a bordo campo...

Ciao! Giancarlo

venerdì 23 maggio 2008

Paolo: race for the cure

chiamato in causa, mi trovo costretto ad intervenire. Il risultato non mi sembra che richieda esattamente un festeggiamento, anche se è stata una soddisfazione migliorare il tempo sui 5.000, ma la questione è abbastanza semplice: ero da solo, sotto la pioggia e non mi rimaneva altro che correre. Ho corso. La fatica, nonostante le apparenze, è stata come sempre notevole, anche se il lungomare al termine della Roma-Ostia, dove appaiono in successione le visioni di tutti i Santi, rimane insuperabile come sofferenza. Dunque c'è poco da invidiare.
La Race for the cure è una bella gara nel centro di Roma e l'atmosfera che si respirava, fatta di beneficenza ed attività sportiva, molto piacevole (pioggia a parte), i partecipanti alla gara competitiva sono relativamente pochi rispetto alla folla oceanica della non competitiva e partono comodamente davanti da una griglia riservata, senza incontrare troppi rallentamenti. Il prossimo anno sarebbe piacevole essere più di uno...

ciao
P.

martedì 20 maggio 2008

Stefano - Race for the Cure

Solo un appunto per festeggiare Paolo.
Domenica è stato l'unico partecipante della A.S. Sport Project alla famosa corsa di 5 km Race for the Cure che si svolge ogni anno a Roma con partenza e arrivo vicino allo Stadio delle Terme Caracalla che gira intorno al Colosseo e Piazza Venezia.
Insomma Paolo, inaspettatamente per me, ha corso nell'ottimo tempo di 22' 53" alla bella media di 4' 34" a km.
Siamo sulla buona strada per arrivare tranquillamente in poco tempo ai 4' a km, poi alto, leggero e con le gambe lunghe farà pure poca fatica.
Non è il mio tipo ma che invidia (per la poca fatica!)
Stefano

domenica 18 maggio 2008

Paola e Roberto - Malacorsa

Stefano, veniamo noi con questa mia addirvi una parola... che scusate se sono pochi ma sedici chilometri e trecentocinquanta metri, punto e virgola, noi ci fanno comodo specie che quest'anno c'è stato una grande moria di infortuni, come voi ben sapete. Punto! Due punti! Ma sì abbondiamo... abbundandis in abbundandum. Questi chilometri servono a che voi vi consolate dalle fatiche che avreta perché dovete continuare ad allenarvi con noi medesimo di persona... Ma che stai facendo una faticata? S'asciuga il sudore...!Noi medesimo di persona vi mandano questo scarpino, perché Stefano è corridore che corre... che si deve prendere una Laura in atletica... che deve tenere la testa al solito posto, cioè sopra la maglietta col numero. Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola!Salutandovi indistintamente... i vicini Corridori. Senza nulla a pretendere
Paola e Roberto
17 maggio 2008 21.03

martedì 13 maggio 2008

Stefano - Bresaola

Ho vinto una bresaola. Intera.
La corsa forse è bella per questo. Anche in un gesto così naturale come correre, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Scarpe sempre più performanti, tessuti traspiranti per magliette e canotte adatte a qualsiasi clima, cronometri e rilevatori satellitari di velocità e distanze, ipod per non annoiarsi e non pensare troppo quando si è soli con se stessi, occhiali leggeri e fotocromatici per proteggere gli occhi, cronometraggi con chip individuali con trasmettitori radio come in formula uno, e poi vinci una bresaola. Incredibile. Rido e ridono tutti quelli a cui lo racconto.
Comunque è il mio primo premio ad una corsa con oltre 1200 partecipanti e sono contento.
Corri nel Campus è una gara di 10 km che si disputa ogni anno a Tor Vergata, in teoria nel campus universitario. In realtà si corre su stradoni pieni di cavalcavia e tunnel tra Tor Bella Monaca, Tor Vergata ed il Raccordo Anulare. Giusto dai cartelli stradali si può capire che nelle vicinanze ci sono gli edifici delle varie Facoltà Universitarie.
Partenza alle 10.00, solito ingolfamento dovuto alla strada stretta ed al numero spropositato di concorrenti e quindi solo dopo 5 o 600 metri riesco a districarmi e trovare il mio ritmo. Prima della partenza insieme a Francesco “The Coach” ho fatto un buon riscaldamento e non fatico a correre subito sotto i 4’ a km. Corsa dura per il continuo saliscendi del percorso e l’unico momento di distrazione è stato al 4° km quando ho incrociato i primi che tornavano sull’altra corsia della strada con già un km di vantaggio. Primo un keniano poi due marocchini poi un keniano e quinto Giorgio Calcaterra. Un mito. Un tassista romano, vicino ai quaranta, con un enorme esperienza dalle 5 alle 100 km e numerose maratone vinte come quella di Helsinki nel 2003. La sua faccia era sofferente ma benedettoiddio (come dice Di Pietro) stava correndo sotto i 3’ a Km. Che invidia. Il resto della gara l’ho passato a resistere al caldo tanto che al rifornimento del 5° km mi sono versato mezza bottiglietta d’acqua in testa.
All’arrivo, stremato come al solito, passato il traguardo mi hanno dato un cartellino rosa ed una volta al punto di riconsegna del chip cronometrico mi hanno consegnato questa bresaola in cambio del cartellino. E’ stata la mia gara più veloce sui 10 km, per la prima volta sotto i 40’ con un bel 39’16”.

venerdì 9 maggio 2008

Sono un pò stanchino

Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po', perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta li pensai di correre fino la fine della città, pensai di correre attraverso la contea di Greenbow, poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell'Alabama, e cosi feci. Corsi fino all'oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre, quando arrivai a un altro oceano, mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girare di nuovo e continuare a correre; quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare... insomma, la facevo!
Forrest Gump

http://it.youtube.com/watch?v=VNmurVLjkH4