chiamato in causa, mi trovo costretto ad intervenire. Il risultato non mi sembra che richieda esattamente un festeggiamento, anche se è stata una soddisfazione migliorare il tempo sui 5.000, ma la questione è abbastanza semplice: ero da solo, sotto la pioggia e non mi rimaneva altro che correre. Ho corso. La fatica, nonostante le apparenze, è stata come sempre notevole, anche se il lungomare al termine della Roma-Ostia, dove appaiono in successione le visioni di tutti i Santi, rimane insuperabile come sofferenza. Dunque c'è poco da invidiare.
La Race for the cure è una bella gara nel centro di Roma e l'atmosfera che si respirava, fatta di beneficenza ed attività sportiva, molto piacevole (pioggia a parte), i partecipanti alla gara competitiva sono relativamente pochi rispetto alla folla oceanica della non competitiva e partono comodamente davanti da una griglia riservata, senza incontrare troppi rallentamenti. Il prossimo anno sarebbe piacevole essere più di uno...
ciao
P.
venerdì 23 maggio 2008
Paolo: race for the cure
Pubblicato da Stefano alle 22:52
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