Volevo la medaglia e me la sono presa. Questo è il vero significato di questa mia maratona. Come avevo preannunciato non ero in grado di correre 42 km ad un buon ritmo per cui tutto si era ridimensionato ad un allenamento di una trentina di km in previsione della Maratona di Milano del prossimo 15 aprile.
Quante volte me ne sono pentito di non essere arrivato in fondo!
Mi sono sentito un presuntuoso arrogante che cerca la scusa dell'allenamento per non dichiarare la propria incapacità a finire la maratona. Ancora di più quando qualcuno mi chiedeva perchè non avevo finito la gara.
Tornando a Runner Blade, ho avvertito che la sua proposta mi aveva inconsciamente portato a trovare una soluzione al mio problema. Arrivare in fondo!
Certo la decisione definitiva di finirla l'ho presa al 31°, e poi al 32° e poi al 35°quando era ormai evidente che sarei arrivato in fondo accettando, a quel punto, qualsiasi risultato cronometrico sarebbe uscito fuori.
Appuntamento alle 8:00 con i blogtrotters sul prato vicino alla'Arco di Costantino. Giancarlo (RB) e Marco (The Yogi), Gianluca e gli altri erano già lì. Qui la prima sorpresa. I ragazzi avevano preparato i polloncini per fare i Pacer delle 3 ore e 30 da indossare per trainare chi voleva arrivare al traguardo seguendo noi invece dei pacer ufficiali. Piccolo particolare era che i palloncini erano dei "Puffi". Quando mi hanno allungato quello che sarebbe toccato legarmi addosso ho avuto un attimo di sbandamento. Ho iniziato a dire un pacco di "palle": Non posso, ho la canotta sociale! Non la finirò e quindi come faccio a portare qualcuno al traguardo! etc etc. Insomma sono riuscito a mollarlo a Marco.
Giancarlo poi me l'ha fatta pagare duramente :-)). Il paravento, al quindicesimo km, quando con discrezione gli ho detto : "faccio uno scattino in avanti e mi fermo per un pit stop fisiologico e poi vi riprendo", mi ha strillato, in mezzo a 100 persone che correvano intorno, una cosa tipo " Aho alla tua età ormai c'hai veramente grossi problemi con la prostata".
Pagato il prezzo del rifiuto del Puffo legato al collo, Giancarlo ha dimostrato ancora una volta di saper correre con la testa sempre connessa. Stesso passo fino al traguardo e unico del gruppetto a tagliarlo in 3h:29' così come aveva dichiarato. Io dopo il trentesimo ho abbandonato il gruppo, ho rallentato, ho camminato, ho raccolto le forze e sono ripartito. Pian pianino sono arrivato al traguardo in 3h41'39". Peggior tempo di sempre ma a quel punto non aveva nessuna importanza. Ho provato la stessa sensazione di sempre alla fine di una maratona. Essere riuscito ad arrivare in fondo è una vittoria prima di tutto con se stessi.
Salutati gli amici mi sono reso conto che la macchina l'avevo parcheggiata alla metro di Lepanto, giusto vicino al 30 km, punto del mio programmato ritiro.
E' finita che dopo la gara mi sono fatto a piedi dal Colosseo fino alla fermata di Piazza di Spagna e con i km fatti per arrivare alla gara la giornata è passata da 30 a 50 km.
P.s. Un saluto particolare a MarcAurelio che reduce da un lunghissimo infortunio si è affiancato a noi per 17 km facendoci ridere e distrarre dalla fatica.
Lunedì 19 festa del papà e ho fatto ascoltare ai miei figli questa bellissima versione di Father and Son cantata da Jhonny Cash