lunedì 13 ottobre 2008

Le quattro Basiliche

Le quattro Basiliche.
Dopo l’allenamento veloce di mercoledì 8, venerdì e sabato sono stati dedicati al lungo. Seguendo l’esperienza fatta di Giancarlo (uno dei blogtrotters) nella settimana scorsa, ho avvicinato gli allenamenti di venerdì e di sabato in modo da percorrere 42 km in due tappe nell’arco di poche ore.
Venerdì, sul solito percorso vicino casa, ho fatto 12 km abbastanza tranquilli a 4’28”. Il vero problema si presenta per sabato, perché la maledetta tabella prevede 30 km di cui 26 a 4’40” + 4 Km – gli ultimi - a 4’15” . Di solito la distanza non mi spaventa ma questa volta ci sono questi 4 km finali a ritmo sostenuto e poi dopo tre notti che ho dormito malissimo per poche ore. Insomma sabato mattina mi sono svegliato alle 6.30 ma sono talmente stanco che non riesco a prendere la decisione di uscire di casa. Ciondolo da una parte all’altra e solo alle 8.15 esco. Direzione Ponte Milvio. La giornata è stupenda, sole pieno e temperatura ancora fresca, parcheggio e parto dalla pista ciclabile che da Ponte Milvio porta verso il Foro Italico. Mi metto sul ritmo stabilito e, con fatica e doloretti sparsi, inizio a pensare che percorso fare per correre tutti questi Km e ritornare alla macchina esattamente al trentesimo. Questo è il mio limite. Mi pesa tantissimo girare in tondo, mi devo allontanare per la metà della distanza da percorrere e tornare indietro, altrimenti ho l’impressione che la voglia di fermarmi arrivi ad ogni passaggio vicino alla macchina. Per fortuna il ritmo di 4’40” è abbastanza agevole e quindi i primi km sul Lungo Tevere procedono tranquilli anche se spengo l’ipod perché la testa mi rimbomba. Purtroppo è tardi per questo giro e la macchine in circolazione sono già un bel po’. Preferisco però correre sul marciapiede vicino alla strada perché il fondo della pista ciclabile sulle sponde del Tevere è molto sconnesso. Passo vicino a San Pietro ma ancora sto pensando dove andare. Arrivato vicino a Porta Portese davanti al complesso di San Michele vedo la discesa carrabile che porta sulle sponde del Tevere e decido di prendere la pista ciclabile per andare verso ponte Marconi. Per me è la parte più bella del Tevere. La sponda sulla parte destra (direzione verso il mare) in questo tratto è molto larga e tra il muro di contenimento che sale verso la strada e il fiume ci sta la pista ciclabile ed un ampio tratto di prato separato dall’acqua del fiume da una staccionata di legno. Un sacco di platani e di alberi di fico. Poi si passa al Porto Fluviale dove ancora ci sono i vecchissimi attracchi delle barche che risalivano dal mare e portavano le merci che andavano ai vicini mercati generali, al Foro Boario e negli anni 30 serviva da approdo per lo scarico del carbone alla vicina officina del Gas. Lontano dal rumore delle macchine, con la visuale limitata a destra dall’argine e dall’altra dal fiume per un attimo perdo la cognizione del tempo. Non so perché mi vengono in mente i docks di New York e i depositi intorno, trasformati nel tempo in loft di lusso dove abitano artisti e comunque i pochi che si possono permettere di vivere a Manhattan e poi vedo le baracche sopra l’argine del Tevere ..bohhhhhh!. La pista ciclabile abbandona il Tevere e risale sulla strada ad un km da Ponte Marconi. E’ un pezzo dei primi km della maratona di Roma che io sto facendo in senso opposto. Sono passati 11 km e mi fermo un attimo alla fontanella davanti alla Basilica di San Paolo. Sull’Ostiense c’è un gran casino di macchine e arrivo alla Piramide quasi in apnea. Mi mancano due Basiliche, San Giovanni e Santa Maria Maggiore e quindi prendo viale Aventino, giro alla FAO verso lo stadio di Caracalla dove, di fronte, trovo la solita fontanella che mi aiuta a diluire la bustina di maltodestrine che mi sono portato dietro. Orto Botanico, via Amba Aradam e mi ritrovo a San Giovanni. Via Merulana e anche Santa Maria Maggiore passa. Il giro delle 4 Basiliche è fatto solo che ora tocca tornare al punto di partenza, per cui, dopo aver invocato in modo molto poco religioso “ Gesù Gesù famme tornà alla macchina” passo davanti al Viminale e mi butto giù per via Nazionale. Arrivato a Piazza Venezia sto ancora al 21° Km e quindi decido di non avvicinarmi ma di andare ai Fori Imperiali fino al Colosseo e poi tornare a Piazzale Flaminio correndo su Via del Corso, dritta e liscia perché asfaltata da poco tempo. Riprendo il Lungo Tevere dalla parte del Ministero della Marina e finalmente, purtroppo, finiscono i 26km. Sto già in crisi mentale da un paio di km e l’idea di dover correre più forte mi preoccupa parecchio. Spingo Lap sul Garmin e aumento l’andatura. Nel frattempo vedo, strizzando gli occhi, di essere riuscito a tenere esattamente la media prevista. Mi accorgo di aver sbagliato i calcoli e che Ponte Milvio è molto più vicino dei 4 km che mi mancano. Il dolore alle gambe è forte ed in questi casi la testa mi va in corto circuito. Mi comincio a chiedere “chi me lo fa fare” “ che 28 Km vanno benissimo lo stesso” Però lo so da solo che questa è la vera sfida di tutto l’allenamento, che è la classica situazione che si verifica durante gli ultimi km della Maratona. Arriva il 27° km e penso che per arrivare a 28 devo superare Ponte Milvio e continuare verso il Paolo Rosi. Supero Ponte Milvio, sempre demoralizzato, non riesco a capire a che velocità sto andando perché i numeri sul Garmin sono troppo piccoli senza occhiali e quindi spero di andare ad un andatura decente. Per allungare il brodo ( la strada) prendo e giro prima del Bowling dentro il Villaggi Olimpico. Sono certo così che, con questo giro autoimposto, sicuramente arriverò ai 30 Km previsti. Che faticata ma finalmente rispunto su viale Tiziano davanti a Ponte Milvio. E’ fatta. Tutto contento e tutto rotto attraverso il Ponte stracarico di lucchetti, attaccati da tutte le parti, per colpa di quel def……te di Moccia. Ormai sono migliaia e migliaia attaccati uno all’altro. Mi prendo un quarto d’ora di recupero per bere , asciugarmi, rivestirmi fare colazione comprare il giornale e torno a casa. Ma qui c’è la vera sorpresa. Attacco il Garmin al PC e, finalmente con gli occhiali, leggo i tempi degli ultimi 4 km e non ci posso credere 4’11” – 4’10” – 4’09” – 3’59”. Come volevasi dimostrare il problema nella vita sta sempre nella capoccia.

8 commenti:

GIAN CARLO ha detto...

30km insieme a Ostia, io evitavo di cazzeggiare non li potevamo fare ?
PS
Il pezzo di ciclabile successivo è ancora + bello, quello che arriva oltre il nuovo canile municipale... fino a quando finisce.

Stefano ha detto...

hai ragione. C'ho pensato in ritardo. Però non avevo il coraggio a dire a mia moglie che sarei scomparso un'altra domenica mattina. :-)Comunque una bella lavata di testa me la sono presa sabato al ritorno dai miei 30perchè cazzeggiando cazzeggiando sono tornato a casa a mezzogiorno.
Tu sei stato bravo e sono sicuro che passata la preoccupazione un test di velocità così ti darà comunque fiducia per Istambul. Il recupero con il ns allenamento penso che non sia proprio un problema.

Unknown ha detto...

Ottimo Stefano, hai proprio ragione a dire che la più testona è la testa!
M'immagino che bellezza correre attraverso il centro storico di Roma... credo che la fatica sia ampiamente ripagata. Ciao.

Anonimo ha detto...

stefano, le mogli... FANGALA!!! luciano er califfo.

Anonimo ha detto...

ciao stefano,

bello l'articolo, continua a pubblicare gli allenamenti.

ottimo il finale

io ho fatto dei lenti di 12 km a 5'

sono pronto per domani martedì

ciao
roberto

uscuru ha detto...

bel giro e pure ondulato, sei andato bene .. grande!!!
ma ke stavi a dì... new york. e balere...
ma quante canne te fai , prima de partì?

GIAN CARLO ha detto...

Ogni commeto del grande Orlando furioso detto Uscuru scatta il boato !!!

PS
E' stato meglio che non sei venuto a Ostia io sono tornato a casa alle 13.15...trovavi le valigie sul pianerottolo...io ho rischiato !!!

Stefano ha detto...

@ Orlando
sei un mito.... troppo simpatico. Comunque se t'avanza un po di "nero" fammelo sapere. Magari riesco a scrivere in modo divertente come te. Anzi mò te linko.
@ Gian Carlo
Dopo Istambul dobbiamo correre un po insieme. Mi serve qualche dritta per Firenze.