lunedì 14 aprile 2008

Stefano - "Post" palloso

Si può anche evitare di leggerlo. Non riesco proprio ad essere ironico come Giancarlo.
Alle 8.30 di sabato mattina, provenienti da quattro strade diverse, Francesco, Giancarlo, Paolo ed io ci siamo incontrati sotto il solito Ponte Principe Amedeo Cav. Aosta che sta davanti all’Ospedale Santo Spirito. Da una leggera pioggerellina siamo passati ad una mattinata di sole quasi pieno. Con questo umore in crescita è andato anche il nostro allenamento. Alla fine, oltre alle distanze corse per raggiungere il punto d’incontro e ritornare alle proprie case, insieme ci siamo fatti una sgroppata di oltre 15 km. A me, ancora per poco, compete il ruolo di corridore un po’ più esperto e mi diverto molto a vedere gli evidenti progressi dei miei amici. Ho spesso l’impressione di essere considerato un fissato della corsa e, per affrancarmi da questo giudizio, sto cercando di far cadere in trappola anche gli altri. Senza che loro se ne siano accorti penso che ieri sia avvenuto un passaggio importante; dal correre per divertimento senza alcun riferimento a correre veloci sentendo la “macchina” che carbura bene. Cercherò di spiegarmi. Dopo 4 o 5 km corsi in modo blando Giancarlo ha iniziato a fare un allungo. Ha cambiato ritmo e per 3 o 400 metri abbiamo accelerato progressivamente tanto da passare da una media di 5.30 min/km a 4,00min/km. Di questi allunghi , durante i 15 km corsi insieme, ne abbiamo fatti almeno quattro, e spesso la velocità di punta era abbondantemente sotto i 4,00 km/min, come registrato dal mio GPS. Dopo ogni allungo si riprendeva un ritmo più disteso, ma sempre più veloce di quello tenuto prima di ciascuna variazione di ritmo, tanto che l’ultimo tratto che abbiamo corso insieme era ben più veloce del ritmo iniziale. A prescindere dai risultati cronometrici, sono certo che gli OldBoys abbiano percepito quel divertimento e quella soddisfazione che si ha quando si capisce che il corpo reagisce al lavoro precedente, che i muscoli fanno meno male, che si ha più fiato e resistenza per correre più veloci. Si inizia a capire che lo strumento di questo sport non è una bicicletta in carbonio, una racchetta in grafite, un paio di sci speciali ma esclusivamente il proprio corpo. Assistere, quindi, ai progressi che questo può fare è un po come rimpossessarsene. Si tratta di un insieme di sensazioni difficili da esprimere a parole, che coinvolgono il corpo e la mente. Tanto che la mente (Paolo lo sapeva già) diventa presto predominante rispetto al corpo. Quindi correre come mezzo per ri - appropriarsi del funzionamento e del controllo del ns. corpo e della ns. mente oltre che come mezzo di divertimento. E’ il passaggio da Jogger a Runner,:
- Programma d’allenamento
- riscontro cronometrico dell’allenamento
- obbiettivo cronometrico su una distanza prefissata.
Nei prossimi post cercherò di spiegarmi meglio. Vorrei anche ritrovare una risposta veramente esauriente e concisa alla domanda: Perché corriamo?? Mi sembra l’abbia letta su un libro di Roberto Albanesi .
Sono sicuro, quindi che Giancarlo e Paolo siano ormai definitivamente caduti nella rete che già aveva intrappolato me e Francesco e che in futuro ci potremo divertire alla grande.
Stefano

0 commenti: